Lasciapassare

Lasciapassare

Lasciapassare

vivere il confine mobile

In una lingua è necessario che esista prima di tutto la necessità di esprime un concetto perché sia possibile la nascita della parola adatta ad esprimerlo al meglio. Sono necessarie quindi una determinata cultura, un “qualcosa” soggetto del bisogno di esprimerlo, e una necessità storica perché una parola trovi senso di esistere e si “materializzi” nel linguaggio. Lasciapassare è frutto di una necessità simile, quella di indagare una specifica complessità, quella dei territori al confine occidentale. E se il contesto è allo stesso tempo composto da specifici particolarismi ma non uniforme, plurilingue e pieno di contraddizioni, il progetto non può che svilupparsi analogamente seguendo la medesima ricchezza di linguaggi. Lo stesso titolo risponde a svariate possibili interpretazioni di senso di cui si svelano i contenuti solo con lo svelarsi agli occhi del progetto.

Il paesaggio, la memoria, la frontiera. Lasciapassare è una sguardo personale, sul presente, e coscientemente non esaustivo, che in questa mostra sviluppa tuttalpiù il suo primo capitolo.

l territorio dell’Alto Adriatico, i luoghi del confine orientale – il cosiddetto “confine mobile”-, è uno spazio che si estende tra Veneto, Istria e Carinzia, con al centro il Friuli e la Venezia Giulia, oggi suddiviso su quattro Stati di influenza: Austria, Croazia, Italia e Slovenia, ma che negli ultimi 100 anni ha cambiato più volte stati di afferenza, “limiti” e genti.
Una realtà che nella pratica è composta da particolarismi e non di uniformità. L’area è caratterizzata da una sistema di plurilinguismo, e a dispetto delle singole componenti, ha sempre presentato una specifica identità culturale, frutto dei legami storici di interdipendenza che avevano connesso le sue parti nonostante le diversità. In questo contesto, Trieste rappresentava il polo commerciale della regione e ne assorbiva il surplus di forza lavoro, e tutto ciò indipendentemente dai confini, sia prima ma anche dopo la seconda guerra mondiale, quando Trieste divenne il pomo della discordia delle sistemazioni territoriali postbelliche.

In questo contesto il progetto indaga e si immerge nella situazione attuale. Cosa resta dei confini? Cosa significa vivere la frontiera?

Attualmente in corso

 

Collettiva a cura de L’Impronta culture fotografiche
2 settembre – 31 agosto 2017
Palazzo Ducale Corigliano Calabro

 

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Solo Show

25 febbraio – 17 Marzo 2017
Galleria L’impronta
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